Sentirsi al sicuro

Sotto la nostra soglia di consapevolezza restiamo vivi grazie al sistema nervoso autonomo che regola il funzionamento degli organi interni perché tutto funzioni al meglio senza la nostra regia: i polmoni respirano, il cuore batte, il sangue circola, lo stomaco digerisce, l’intestino assimila…

Nello stesso modo, sotto la soglia di consapevolezza, reagiamo ai nostri stessi pensieri, alle emozioni, ma anche alle sollecitazioni esterne, sia quando sono gradevoli che quando sono spiacevoli.

Il nostro corpo ha tre modalità di risposta principali:

  1. Stato di sicurezza e connessione, quando ci sentiamo bene, calmi e rilassati, disponibili verso noi stessi e verso gli altri
  2. Stato di allarme o attacco/fuga quando ci sentiamo in pericolo o quando siamo presi dalla rabbia
  3. Stato di blocco o chiusura quando non riusciamo a trovare una risposta e quando ci chiudiamo in noi stessi

Sono tutti stati utili, essenziali per la sopravvivenza e per l’equilibrio, ma solo quando abbiamo la possibilità di spostarci da uno stato all’altro in modo flessibile, capaci sempre di tornare allo stato di sicurezza e connessione.

Quando invece ci sentiamo bloccati in uno stato di attacco/fuga o in un blocco/chiusura possiamo imparare a spostarci verso lo stato di sicurezza e connessione, osservando le nostre modalità di reazione, conoscendo le sollecitazioni che ci spostano verso stati spiacevoli e gestendole per recuperare. Stare bloccati nell’attacco/fuga o nel ritiro non è soltanto spiacevole, è anche l’anticamera della malattia. Pensate per esempio a tutte le patologie psicosomatiche, dalla gastrite all’attacco di panico, dai disturbi intestinali alle cefalee tensive…

Si può coltivare la sicurezza, imparare ad ascoltare i segnali interni e regolare le nostre risposte attraverso attraverso esercizi specifici e mirati suggeriti dalle neuroscienze ed in particolare dalla Teoria Polivagale.